
TRENTASEI MUSCOLI
Trentasei muscoli a disposizione sul viso, trentasei muscoli che tirano, sorreggono al limite, quasi ad apparire sofferenti, ma con lo scopo autentico di regalare ad ogni singola nota il miglior sorriso. Non trovo differenza tra questo e l'intento di gratificare la vita nei sogni dell'uomo. A chi con gioia ha fatto il suo "albero", a chi ne detesta le foto, a chi non vuole farlo, a tutti quelli che hanno comprato nuove luci, a chi magari lo serba nel cuore, ai "non sarà più come prima"... se passi di qua e ascolti, sappi che: "sì l'ho fatto per me, mentre pensavo a te, perché un mondo da solo non mi è concepibile". L'oro che ho suona anche un po' così e non ha un costo per chi lo ascolta. Questo è il mio flauto in sol, ho improvvisato due note.
E A VERONA AMAVO UNA RAGAZZA
Classe 1901, Giuseppe Fortunato, mio nonno.
Aveva un fratello gemello, ma lui, il nonno, non ebbe il privilegio di essere allattato dalla mamma.
Contadino, boscaiolo, fu padre di 5 figli e grande lavoratore.
Nel 39 partì per la seconda guerra mondiale, nella sciagurata campagna del Nord Africa conosciuta come guerra nel deserto.
Ha combattuto in Libia, faceva parte di quel Regio Esercito forte nei numeri ma insufficientemente equipaggiato.
Lui e chi come lui fu sbaragliato, strappato dalla propria vita civile e fatto soldato per una guerra assurda.
Oggi per me è il simbolo dell'articolo 11 della Costituzione italiana.
In quel "ripudia la guerra" c'è tutto il mio l'orgoglio verso di lui, la riconoscenza eterna per poter assaporare ogni giorno la libertà.
Ritornato dalla guerra, un grave infortunio sul lavoro mentre tagliava gli alberi ha fatto sì che perdesse una gamba. Operato alla stessa per ben nove volte, si è rimesso subito a lavorare. Partiva alle 3 di mattina per raggiungere il monte Cerviero e lì cucinare per gli operai del Consorzio.
Era una persona espansiva e scherzosa, si faceva coccolare e quando si era in campagna a lavorare era solito preparare "il piattino" per i nipoti a merenda. Tagliava semplicemente pezzettini di pane e li accompagnava con del formaggio e salame.
Nella casa dei nonni, in quella via San Michele di Mormanno hanno origine tutti i ricordi tramandati che mi legano alla famiglia di mio padre. Quando mio nonno è mancato io avevo pochi mesi.
"Io lo chiamavo tata" così erano soliti chiamarlo i figli da bambini. I dialetti centro meridionali hanno conservato per molto tempo questa antica parola usata fin dai Romani per indicare il padre:
"quando bevi e succhi il cibo e la pappa, i piccoli chiamano matrem mammam, patrem tatam". De liberis educandis di Terenzio Varrone primo secolo avanti Cristo.
Questo termine tipico della società contadina ha lasciato il posto, per poi essere sostituito negli anni, al termine papà e babbo.
Mio nonno aveva una bellissima voce dal timbro basso, caldo. Questo lo so perché mia madre fortunatamente ha conservato negli anni una music cassetta della quale parlerò tra un attimo.
"E a Verona amavo una ragazza"
Questo è il titolo della canzone che lui era solito cantare.
Un canto della memoria, il quale fa riferimento alla vita militare.
Parla di un soldato pronto alla partenza per un servizio di leva lungo 3 anni e della sua ragazza Angiolina in lacrime per questa separazione.
Ho avuto modo di ascoltare per intero questa canzone grazie al Coro ANA di Milano.
Loro hanno il merito di aver registrato e recuperato moltissimi canti popolari regionali che fanno parte del nostro patrimonio artistico e culturale, canti ai più ormai sconosciuti e dall'immenso fascino poetico nonché preziosissimi documenti musicali.
Nel 74 e 75 tra Velletri e Firenze mio padre, Antonio Fortunato, studiava alla scuola di sottufficiali dell'Arma.
Mia mamma gli aveva prestato un Compact cassette recorder della Magnetofoni Castelli modello 1005, che io conservo ancora oggi, in bella vista, nel mio studio recording ed è perfettamente funzionante.
Facendo spesso spola tra scuola e casa approfittava di questi lunghi spostamenti per riascoltare in macchina gli appunti e nozioni ripresi con il registratore.
Al suo rientro spesso lo lasciava agli amati nipoti, che lo aspettavano tutti riuniti nella casa dei nonni.
L'utilizzo di questo registratore ha fatto sì che le voci dei miei cugini, dei miei zii, dei miei nonni, di mio padre siano conservate e ferme nel tempo grazie a quella cassetta.
Nei ricordi la prima sensazione dopo l'ascolto è stata questa: "come sono felici, cantano e scherzano sempre".
Negli ultimi secondi di questo audio c'è la voce di mio nonno che canta.
E' un'intenzione voluta.
Quello che vorrei, se ci riesco è lasciarvi con quel rimando di magia che provo ogni qual volta riascolto e ripenso a questa cassetta.
Io sono solo il tramite di una bellissima storia lunga quasi 120 anni dalla nascita di mio nonno.
Giuseppe Fortunato l’ultimo nipote e adesso suonerò con lui.
IO CI VOLEVO GIOCARE
Io ci volevo giocare. Ho comprato un pianoforte digitale per Natale. Focalizzavo nel suo studio il desiderio di tirare fuori qualcosa: risveglio musicale, disciplina, distacco dai rompi coglioni, messa in gioco, evoluzione, scoperta etc. Il piano digitale ha il suo peso specifico e con tutte queste aspettative l’ho reso ancora più pesante con l’acquisto del primo libro di studi. Ho un’età e dopo i primi tre mesi di applicazione classica ho sentito qualcosa che non andava. Io ci volevo giocare, volevo giocare con il pianoforte e visto che nella mia mente ha sempre riecheggiato l’arrangiamento per piano del pezzo “Astronavi ne abbiamo” ho iniziato a tradurlo. Lì la sorpresa. Era possibile. Raccolgo in questo blog alcune foto del lavoro che ho fatto per la realizzazione del video.
TALE MUSIC
Ho cercato di risolvere un problema, ho creato una nuova etichetta. Quando scrivo canzoni per bambini e pubblico un album, questo contiene al suo interno anche le relative basi karaoke. Dove sta il problema e come si pone? Il problema sta in quel famoso streaming che negli ultimi anni, nel bene e nel male, ha stravolto le vite di molti musicisti. Dati: ho un album contenente x canzoni con relative x basi karaoke, posso io vendere in streaming anche le basi? No. Potrei, ma no. Quindi cosa ho fatto? Fino ad oggi ho reso disponibili i miei album per bambini sono in download sui maggior distributori online, ma oggi il maggior flusso di ascolti è in streaming e queste mie canzoni non ci sono. Ho creato quindi una nuova etichetta: “Tale Music” con la quale pubblicherò tutti i miei pezzi per bambini, per renderli ascoltabili in streaming e questi album saranno privi di base karaoke. Il primo album che sto per pubblicare è “I Musicanti di Brema”, uscirà in settimana. Vedrò se ci saranno ascolti, se si muoverà qualcosa, insomma sono curioso e al momento molto soddisfatto del nuovo logo.
LAB di DOPPIAGGIO "LA LINEA" - CAVANDOLI
E’ la LINEA di Osvaldo Cavandoli il tema del LABORATORIO di DOPPIAGGIO che ho tenuto presso il plesso di via Bonello I.C. Chieri 3 con alcuni bambini della scuola elementare. Flavio, Alessandro, Guido, Norby, Andrea, Sofia, Riccardo e Stefano sono i doppiatori con i quali è stato possibile condividere questa bellissima esperienza. Qui sotto potete trovare il video con la nuova traccia audio frutto del nostro lavoro!
LAB AUDIO LETTURA "NOVECENTO" - BARICCO
NOVECENTO di Alessandro Baricco è il tema del LABORATORIO AUDIO - LETTURA che ho tenuto presso la Scuola Media QUARINI - I.C. Chieri 4. Le voci che si sentono sono di Riccardo, Giorgia, Debora, Alessio, Giorgio, Alex, Daniele, Giuseppe e Titti, le ho accompagnate dalle incantevoli note di Morricone, per dare vita alle sei tracce estrapolate dal monologo di Baricco. Qui sotto potete trovare tutta la successione dei video.
DIECI
Il Mandorlo di Canterville è il titolo del mio decimo album. Sinceramente non so come abbracciare tutto questo. Ho pubblicato 10 album e depositato quasi 200 canzoni, più tutte quelle che ancora sono su “pezzetti di registrazione volanti” e non so come abbracciare tutto questo. Quello che so è che depositata la canzone n. 200, mi ordino e faccio fare una torta. Realizzerò forse un giorno, ma ora mi vedo mentre sto registrando il primo concept album: “la galleria dei Briganti – I Musicanti di Brema” e porto ancora tutto l’entusiasmo che mi ha accompagnato fino a questo punto. Il Mandorlo di Canterville è un concept album ispirato al racconto di Oscar Wilde: “The Canterville Ghost”. E’ tutto in chiave Jazz Style, volevo questo suono e ritrovarmi in questi colori. Tecnicamente ha modulazioni più difficili da cantare, ma il bello sarà proprio qui. Mettersi in gioco per far arrivare qualsiasi dinamica in modo semplice e divertente è la chiave per divertirsi e far divertire i bambini. Crea feeling ed empatia con anime che rimangono legate nel tempo. La super copertina è stata realizzata dalla cara Silvia Boni, che ha cercato in tutti i modi di stare dietro a tutte le mie pretese e il risultato in copertina è per me emozionante. La collaborazione non è finita, ci saranno degli sviluppi per quanto riguarda questo lavoro, ma tutto verrà mostrato a tempo debito. Vi lascio il suo link qua sotto insieme a quello della pagina dedicata al Mandorlo di Canterville per sentire le clip delle canzoni. Baci.